Una delle cose imprescindibili al fine di una buona traduzione è che il traduttore possegga una conoscenza ottima della propria lingua madre.
Infatti, generalmente, è proprio verso di essa che il professionista va a lavorare, traducendo i testi dalla lingua straniera alla propria lingua madre, che diventa così la lingua target della traduzione.
Talvolta, però, possono sorgere degli interrogativi: si traduce solo verso la propria lingua madre? È sbagliato tradurre verso altre lingue che si sono studiate e comprese molto bene, magari dopo anni di fatiche? Non si tratta tanto di cosa sia giusto o sbagliato, quanto di una questione che dipende dalla professionalità e dalle competenze del traduttore da una parte, e da un'oggettiva sicurezza nei confronti della propria lingua madre dall'altra.
Ma, cosa si intende per lingua madre?
La lingua madre è la nostra lingua materna, cioè, scrive l'Enciclopedia Treccani, "la lingua appresa o comunque parlata dai genitori o antenati; in genere, per chi risiede all'estero, la lingua del Paese d’origine".
In altre parole è la lingua dentro la quale cresciamo, che abbiamo sentito parlare fin da quando siamo nati, e di essa conosciamo tutte, o quasi, le nuance.
Conoscere la propria lingua madre è fondamentale per un traduttore che voglia offrire un lavoro qualitativamente perfetto, perché leggendo e comprendendo la lingua straniera di partenza, sa renderne al meglio ogni sfumatura nella propria lingua, come se facesse un'opera di traduzione culturale (fondamentale soprattutto nelle traduzioni di marketing).
Per questo, generalmente un'agenzia di traduzione tende a preferire traduttori madrelingua che traducono nella propria lingua madre. Questo perché la traduzione va ben oltre la conoscenza perfetta di grammatica e sintassi, ma si appella anche a quella sensibilità linguistica che è data solo dal vivere la lingua (e la sua cultura) in modo continuativo e per lunghi periodi di tempo.
Anche nel caso di persone bilingue che hanno genitori che parlano lingue diverse o sono cresciuti in un Paese bilingue, in genere si instaura una lingua che diventa dominante rispetto all'altra, e che costituisce quindi la lingua madre di quella persona. Sarà dunque in questa lingua che il traduttore andrà a lavorare.
Questo non significa che sia impossibile tradurre testi verso una lingua straniera che si conosce molto bene perché la si è studiata in modo approfondito o perché si è vissuti a lungo all'estero. Tuttavia, raramente si possederà la medesima sicurezza che si avrebbe traducendo il testo nella propria lingua madre. Perciò, in questi casi, solitamente si chiede a un revisore madrelingua di riguardare la traduzione e controllare la scorrevolezza e la naturalezza del testo.
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