07.12.2017

La traduzione a teatro: i sopratitoli

Cultura
Posted by Athena Parthenos

I sopratitoli non sono così diversi dai sottotitoli, nella misura in cui essi aiutano a comprendere cosa sta accadendo davanti ai nostri occhi e aiutano a comprendere una lingua straniera. La differenza risiede nel fatto che di sopratitoli si parla in ambito teatrale. Infatti, sopra il palcoscenico spesso sono proiettate le parole pronunciate dagli attori e, talvolta, la loro traduzione, cosicché anche un turista in un Paese straniero può godere di una serata a teatro, benché l'opera non sia rappresentata nella sua lingua madre.

Già nel 1712, Joseph Addison, fondatore del quotidiano inglese The Spectator, scriveva:

Non c’è dubbio che i nostri pronipoti saranno molto curiosi di sapere la ragione per cui i loro avi erano abituati a sedersi insieme, come spettatori stranieri nel proprio paese, e ad ascoltare interi spettacoli davanti a loro in una lingua che non comprendevano […] Naturalmente, non posso fare a meno di pensare come uno storico che scrive da qui a due o trecento anni […] e che farà la seguente riflessione: ‘All’inizio del diciottesimo secolo l’italiano era così ben compreso in Inghilterra che le opere sui palcoscenici erano recitate in quella lingua.’

Una giusta riflessione: considerando che i testi di un'opera lirica sono a fatica comprensibili perfino dai parlanti della lingua in cui essi sono cantati, si può ben immaginare la difficoltà di uno spettatore straniero.

Ma, non si tratta solo di spingere i turisti a teatro.

Traduzione a teatro: i sopratitoli

Ogni lingua ha una propria cadenza, una propria musicalità che non è riproducibile in un'altra lingua: avete mai pensato alle traduzioni in inglese o francese della Divina Commedia e alla difficoltà in generale di tradurre un testo poetico? Il teatro non si discosta molto da ciò, perché nell'opera teatrale la musicalità è accentuata dal canto, il ritmo è sottolineato dalla parlata e dai gesti degli attori sulla scena. Bisogna, inoltre, considerare il fatto che una certa opera è stata pensata per essere riprodotta in una determinata lingua, in genere la lingua madre dell'autore.

È qui che entrano in gioco i sopratitoli, che permettono di cogliere l'opera in tutta la sua originalità.

Tuttavia, essi sono stati introdotti nel teatro in tempi relativamente recenti.

Apparsi per la prima volta negli adattamenti televisivi delle opere liriche sotto forma di didascalie che sintetizzavano cosa stesse accadendo sulla scena, pare che abbiano fatto la prima comparsa a teatro nel 1983, a Pechino. Nel 1984 questa pratica raggiunge il Canada, tanto che la parola "sopratitolo", surtitle in inglese, risulta marchio registrato della Canadian Opera Company.

Ma, al di là della lingua in sé, i sopratitoli insieme alle audiodescrizioni possono far sì che il teatro si apra anche a persone ipovedenti o non udenti.  Dal centro Diego Fabbri di Forlì, infatti, arriva il progetto No Limits, che, a partire dalla stagione teatrale 2017/18, si prefigge di portare audiodescrizione in cuffia e sopratitoli nella parte alta del palco, grazie alla collaborazione con alcuni istituti universitari, alcuni comuni e la Regione Emilia Romagna.

E tu hai mai seguito lo svolgimento di un'opera teatrale anche grazie ai sopratitoli? Cosa ne pensi?

Scritto da Marcella Sartore, Marketing & Communication Assistant @ Athena Parthenos

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