Vorremmo dirti che è una passeggiata, ma la realtà non è così semplice. Spesso, durante le scuole obbligatorie, le ore di lingua straniera non sono molte, e la maggior parte di esse viene utilizzata per lo studio della grammatica, penalizzando molto l'ascolto e la conversazione orale.
A volte, inoltre, anche dopo l'università, la sola competenza linguistica non basta, è necessario integrarla con un qualche tipo di specializzazione. Che sia marketing, editoria, uno specifico campo di traduzione, il giornalismo (sì anche quello!) o chi più ne ha più ne metta, è bene trovare un modo per proseguire la propria formazione personale e professionale.
Questo è uno dei motivi per cui molti, intorno a te, potrebbero sconsigliarti di inerpicarti nel lungo cammino dello studio delle lingue straniere, sostenendo che non danno sbocchi lavorativi. Tuttavia, considera che ciò che studi all'università è un bagaglio che ti porterai dietro tutta la vita: se sei appassionato di lingue, hai orecchio e sei portato, non esitare troppo. I risultati migliori arrivano quando facciamo qualcosa che amiamo!
Inoltre, proprio grazie al loro infinito potenziale di applicazione, le lingue sono un territorio versatile che si può coniugare con diversi campi lavorativi perché aprono la mente, favoriscono una grande capacità di adattamento (pensa ad esempio a un soggiorno in un Paese straniero), costruiscono la capacità di comunicare, abbattono le frontiere.
1. Studiare le lingue in Europa...
Anche le politiche europee hanno cercato, negli anni, di favorire l'apprendimento almeno di una lingua straniera a partire dai primi anni di scuola. Secondo un recente report dell'Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Innovativa:
A livello UE, il 59,7% di tutti gli studenti dell’istruzione secondaria inferiore studiavano, nel 2014, due lingue straniere o più. Si tratta di un notevole aumento rispetto al 2005 anno in cui il dato era del 46,7% degli studenti.
Ciò riflette un cambiamento delle politiche in numerosi Paesi, compreso il nostro, che si sono posti come obiettivo di anticipare l’età di inizio dell’insegnamento obbligatorio della seconda lingua straniera; ciò ha fatto ovviamente aumentare la percentuale degli studenti che imparano due lingue straniere.
Infatti, a differenza del 2003, l’apprendimento di una seconda lingua straniera è ora obbligatorio per tutti gli alunni degli ultimi anni dell’istruzione primaria in Danimarca, Grecia e Islanda e a partire dall’inizio dell’istruzione secondaria inferiore in Repubblica ceca, Francia, Italia, Malta e Polonia.
2. ... e in Italia
Ovviamente, tra le lingue più studiate e richieste a livello lavorativo l'inglese, lingua franca per eccellenza, si situa al primo posto. I dati recentemente raccolti dall'EF English Proficiency Index dicono che, in Europa, i migliori con l'inglese sono gli olandesi, seguiti da danesi e svedesi. L'italia è solo al ventottesimo posto. In effetti, nel nostro Paese l'inglese si parla solo durante la lezione di lingua e, raramente, sul luogo di lavoro. Film e telefilm sono tutti doppiati, motivo per cui diminuiscono le occasioni di abituarsi ai diversi accenti dell'inglese e alla pronuncia dei madrelingua.
E, infatti, scrive la Repubblica, gli italiani in vacanza all'estero hanno vari problemi di comunicazione: a partire dalla richiesta di informazioni fino alla lettura del menù al ristorante e alla nascita di spiacevoli malintesi con l'interlocutore.
Anche dopo l'università, non è detto che si sia sviluppato un livello alto della lingua studiata durante i cinque anni: l'apprendimento di una lingua straniera, infatti, è uno studio continuo perché, in quanto organismi viventi, le lingue si modificano in base al luogo e nel tempo, non sono immobili gargoyle di pietra.
3. Come si studia una lingua?
Che fare, quindi? Approfondire da soli alcuni aspetti della lingua cui si è più interessati, ad esempio, può essere una pratica utile perché quando si ama una cosa, si sa, la si impara meglio. Frequentare persone madrelingua e guardare film o leggere libri in lingua sono altri metodi per tenersi costantemente in allenamento. Soprattutto, prendere al volo ogni occasione di mettere in pratica ciò che si è imparato, senza temere di sbagliare!
Per quanto riguarda l'inglese, tra l'altro, il team di EF che ha condotto l’indagine di cui abbiammo parlato sopra, ha identificato alcune procedure valide per insegnare l’inglese in maniera efficace, quali:
- rendere obbligatorio l'insegnamento dell’inglese anche nei Paesi con basso livello di istruzione
- promuovere il multilinguismo
- sviluppare efficaci strumenti di valutazione dell’inglese
- investire nella formazione dei docenti di lingua inglese
- investire in strumenti per l’apprendimento online
- supportare programmi di formazione aziendale per adulti
Se, poi, le persone intorno a te continuano comunque a volerti far cambiare idea sullo studio delle lingue, puoi sempre ricordare loro che anche Lilli Gruber è laureata in lingue.
Se sei interessato/a alle lingue e stai pensando di iscriverti a un corso di lingua, consulta la pagina dedicata ai nostri corsi di lingua qui.
Scritto da Marcella Sartore - Marketing & Communication Assistant @ Athena Parthenos