Siccome, però, siamo un'agenzia di traduzione, ci interessano i libri che parlano di traduzione, lingue e linguaggi, ma che sono adatti anche a chi lavora in ambiti completamente diversi dal nostro.
Quali sono? Potrebbero essercene molti, qui però ve ne consigliamo cinque che, a nostro parere, non potete non leggere.
1. La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco
Se insegnata con passione, una lingua è capace di trasmettere valori e affascinare attraverso la cultura del popolo che l'ha concepita e la parla. È il caso del greco antico, vero e proprio protagonista de La lingua geniale di Andrea Marcolongo: un viaggio attraverso il tempo e le caratteristiche del greco, l'Atene di Pericle, le opere di Omero. Infatti, "ogni lingua, con ogni sua parola, serve a dipingere un mondo. E questo mondo è il vostro. È grazie alla lingua che potete formulare un'idea, dar voce ad un'emozione, comunicare come state, esprimere un desiderio, ascoltare una canzone, scrivere poesie". Il libro scorre via con fluidità e dolcezza, senza pedanteria, ma con lo sguardo curioso e innamorato di chi scopre sempre nuove sfumature delle cose che ama.
2. Dire quasi la stessa cosa
Un libro sulla traduzione che raccoglie gli scritti che Umberto Eco realizza in occasione di conferenze o seminari: non si tratta di un libro sulla teoria della traduzione bensì una serie di riflessioni dello studioso in quanto filosofo, scrittore e traduttore. Il libro è ricco di spunti di riflessione su vari argomenti, quali le caratteristiche di una buona traduzione, la cultura generale richiesta a un traduttore professionista per capire i riferimenti culturali del testo e le difficoltà del mestiere. Che siate traduttori professionisti o aspiranti tali, se non l'avete ancora letto, ve lo consigliamo noi!
3. L'impegno dei segni
Tra il 1966 e il 1968 Roland Barthes compie tre viaggi in Giappone, invitato dall'amico Maurice Pingue, direttore dell'istituto di cultura franco-giapponese. Durante i viaggi, Barthes ha l'abitutine di scrivere alcuni appunti su dei taccuini al fine di conservarne memoria. L'impero dei segni è la sistematizzazione di quegli appunti, una riflessione sul Sol Levante e sulla sua cultura, sulla poesia, sulla lingua e sulla scrittura composta di tante stanghette in apparenza insignificanti, ma che in realtà hanno un loro ordine di scrittura e tengono in piedi tutta una cultura linguistica. Un classico da leggere per chi ama il Giappone, ma anche per chi ama viaggiare e conoscere.

4. Il Signore degli Anelli
È il secondo capitolo della trilogia di J.R.R. Tolkien insieme a Lo Hobbit e Il Silmarillon. Cosa c'entra con le lingue? Beh, nella Terra di Mezzo è parlata una moltitudine di lingue: elfica, umana, la lingua dei Nani, i linguaggi degli Ainur e degli Ent, ognuno dei quali ha le proprie sottocategorie. Per ogni lingua che ha inventato, l'autore ha creato regole fonetiche e grammaticali, spesso traendo ispirazione dal gallese, dal finnico, dal greco e dall'italiano. Non è geniale?
5. L'Alchimista
Forse il romanzo più famoso di Paulo Coelho, L'alchimista è la storia di un'iniziazione, di un viaggio, ma anche di come si va al di là del proprio piccolo mondo e si impara a comunicare attraverso il linguaggio universale. Santiago, giovane pastore andaluso, intraprende un viaggio che lo porta fino in Egitto a scoprire le piramidi, ma anche a conoscere sé stesso grazie all'aiuto del vecchio alchimista. Piano piano, scopre l'Anima del Mondo, impara a comunicare con gli elementi e a captare quei segni che si possono percepire solo ricorrendo a un Linguaggio Universale fatto di fiducia, coraggio e saggezza che, da tempo, gli uomini sembrano aver dimenticato.
E voi, invece, che libri avete in programma?
Scritto da Marcella Sartore, Marketing & Communication Assistant @ Athena Parthenos