06.04.2016

Le aziende dovrebbero imparare dalla fantascienza!

Dicono di noi nerd che non siano molto interessati allo sport. Ma potremmo sempre rispondere che quello che ci interessa veramente sono le differenze culturali.

Business
Posted by Athena Parthenos

Anche senza arrivare ai livelli di conoscenza di Sheldon Cooper sulla cultura Klingon, se avete visto e apprezzato Guerre Stellari, Star Trek, Guardiani della Galassia e simili, siete abituati alla coesistenza di diverse culture. Approfondendo l’analisi di questo tipo di film, vi renderete conto che in essi si affrontano i temi di integrazione tra civiltà, riconoscimento di culture e lingue diverse e accettazione della tradizione. Mettendo a confronto la nostra società attuale e il mondo della fantascienza, potremmo dire che alcuni film di fantascienza sono come un’azienda che pone particolare attenzione ad aspetti come l’internazionalizzazione e la globalizzazione: non fanno altro che prendere il proprio know-how e adattarlo a diverse lingue, culture e perfino eroi nel tentativo di creare protagonisti che piacciano a tutti.

Nel lontano futuro non ci sarà ancora un’unica lingua in grado di uniformare le comunicazioni e sarà ancora necessario tradurre per favorire il dialogo tra le popolazioni. I traduttori e gli interpreti continueranno a lavorare in diverse situazioni: nella vita di tutti i giorni, durante gli incontri diplomatici e anche in ambito commerciale. Se pensiamo alla saga di Guerre Stellari, ciascun episodio contiene molte interazioni con gli alieni di tutti gli angoli dell’universo. Jabba the Hutt, ad esempio, non parla mai in italiano (vi ricordate i sottotitoli?), ma ciò non gli impedisce di diventare uno dei più grandi gangster e contrabbandieri dello spazio. Un ruolo ancora più interessante nell’intera saga viene svolto da C3PO, un simpatico droide dorato che si ritrova con Luke Skywalker dopo essersi vantato di saper tradurre 88 lingue. C3PO probabilmente si è trovato nel posto giusto al momento giusto ma Skywalker  ha sicuramente beneficiato della sua presenza(C3PO traduce anche tutte le informazioni raccolte da R2D2 per aiutare Luke durante il suo viaggio). Se foste intenti a salvare il mondo dal dominio del male e vi bastasse solo una lingua per trovare le informazioni necessarie, vi lascereste scappare l’aiuto di C3PO? Ora immaginate che la lingua sia l’unico ostacolo che vi separa dalla vendita del vostro prodotto, questa occasione ve la fareste scappare?

Gli eroi della fantascienza non si aspettano mai che altri popoli parlino la loro lingua, al contrario, adattano la propria comunicazione e il proprio comportamento alla controparte per assicurarsi che il messaggio venga compreso perfettamente. Nei film di fantascienza sono sempre presenti interazioni con altri popoli dell’universo e il fatto che esistano difficoltà comunicative raggiungendo diversi pianeti o popoli è un aspetto naturale (questo perché ciascuno mantiene un livello di indipendenza e cerca di conservare tradizione e lingua). Pertanto, la sopravvivenza e la coesistenza pacifica dipendono in larga misura dall’avere l’atteggiamento corretto nei confronti delle altre culture, intendendo per “corretto” ciò che è considerato tale dall’altra cultura. Nel film Into Darkness - Star Trek, durante il tentativo di risolvere i problemi dell’Enterprise, Kirk decide di atterrare su un pianeta dei Klingon. Per garantire la sicurezza dell’equipaggio, Uhura si avvicina alla popolazione ostile parlando la loro lingua allo scopo di far capire l’importanza della missione dell’Enterprise e la necessità di continuarla senza creare un conflitto. Sapreste trovare un modo migliore per far passare il messaggio senza utilizzare la lingua dei destinatari?

Sebbene la storia sia stata scritta da umani, gli umani non hanno un ruolo centrale. Se confrontiamo la produzione del film con quella di un’azienda che esporta i propri prodotti, è come se il prodotto venisse globalizzato adattandolo al suo possibile pubblico. Sebbene le persone che hanno creato il film appartengano a una cultura specifica (in questo caso, quella umana), hanno fatto in modo che il prodotto fosse pieno di elementi culturali diversi, non necessariamente umani, in modo tale che le altre persone potessero sempre trovare in esso delle caratteristiche interessanti. Quindi, se valutate le cose dal punto di vista della fantascienza, l’eroe che salva il mondo intero non è sempre un umano. Guardiani della Galassia, ad esempio, è ricco di “altri”: Gomorra, Drax il Distruttore, Groot e Rocket Raccoon.

Alla fine dei conti, le realtà della fantascienza sono culturalmente consapevoli delle differenze tra le popolazioni e provano a mantenere in vita tali elementi culturali nella storia. Sulla Terra anche noi dovremmo fare altrettanto: ricordiamoci che ci sono differenze culturali, quindi un elemento potrebbe avere un determinato significato per alcuni ma non per tutti. I concetti, i colori e persino i cibi possono avere un significato diverso da un lato all’altro del confine. Ogni volta che vogliamo far passare un messaggio, il prodotto deve avere un aspetto accattivante (ovviamente se volete che le persone lo comprino). L’idea che una cultura e una lingua vadano bene per tutti non considera proprio quelle sfumature che arricchiscono il mondo e, dal punto di vista pratico, non fanno aumentare le vendite.

Scritto da Noemi Clark - CEO @ Athena Parthenos srl

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