Le emoji fanno ormai parte della comunicazione online, sia nelle app di messaggistica che nei social network e giocano quindi un ruolo anche nella traduzione dei contenuti!
“La cura dei dettagli è essenziale”. Quante volte hai sentito questa frase? Nel campo della traduzione la ripetiamo continuamente perché i dettagli a cui prestare attenzione sono molti e tra questi ce n’è uno che forse non ti aspetti: le emoji!
Queste sono diventate un linguaggio visuale universale che viene utilizzato in tutto il mondo per esprimere emozioni, idee e concetti attraverso simboli e icone. La loro popolarità è cresciuta notevolmente nelle app di messaggistica come Whatsapp o Telegram e in tutti i social network, tanto che è stata loro dedicata una giornata mondiale: il 17 luglio!
È ormai prassi comune utilizzarle per arricchire la comunicazione scritta e aggiungere un tono emotivo ai messaggi: possono infatti aiutare a chiarire l'intento emotivo di un messaggio e prevenire fraintendimenti o a enfatizzare l’espressione di un’emozione.
Va anche sottolineato come, al pari della lingua stessa, anche le emoji evolvono, ad esempio diventando più inclusive. Mentre in passato molte emoji erano basate su una rappresentazione di genere e aspetto limitata, negli anni ci sono state iniziative volte a promuovere l'inclusione proprio attraverso le emoji. Per garantire la rappresentazione di persone di diverse identità, culture ed esperienze, negli ultimi anni sono state introdotti diverse identità di genere e orientamenti sessuali, toni della pelle, disabilità e simboli culturali.
Si può erroneamente pensare che essendo un linguaggio visuale, le emoji siano un modo di comunicare universale. In realtà, sebbene alcune siano inequivocabili in ogni parte del mondo (pensiamo ad esempio al cuore), altre potrebbero sconvolgere il significato del messaggio a seconda del contesto culturale di appartenenza. Eccone alcuni esempi:
- Il pollice in su.
Nei paesi occidentali esprime approvazione, mentre in Grecia e nei paesi mediorientali è un gesto offensivo e volgare. - L’emoji con le mani giunte.
In Occidente generalmente indica congratulazioni e in alcuni casi ringraziamento; in Cina, invece, può essere interpretata come un’avance sessuale. - Faccina con sorriso appena accennato.
Mentre da noi sottolinea una predisposizione positiva dell’interlocutore, in Cina è segno di sfiducia e chi la legge potrebbe pensare di essere preso in giro.
Interessanti sono anche alcune statistiche sull’uso delle emoji, che possono aiutare a scattare una fotografia delle abitudini di una popolazione.
In Italia risulta che le più utilizzate siano la faccina con le lacrime dal ridere, la faccina con gli occhi a cuore e la faccina con il bacino a cuore; in Francia quella che strizza l’occhiolino. Gli americani si distinguono per la maggior varietà di emoji utilizzate, tra cui le più recenti e inclusive, mentre gli australiani usano simboli legati alle bevande alcoliche più del doppio rispetto alla media!
Nella messaggistica e nei testi per i social, le emoji sono un dettaglio da non sottovalutare quando ci si rivolge a un interlocutore che non parla la nostra lingua. Se usate correttamente, possono essere un elemento che rafforza le connessioni, dimostrando conoscenza e dimestichezza con la cultura di riferimento!